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Il recupero dei crediti del lavoro si riferisce a tutte quelle somme (in primo luogo lo stipendio) che un lavoratore vanta nei confronti di un datore di lavoro e che per svariati o ignoti motivi non sono stati corrisposti.

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I crediti da lavoro sono tutelati da alcune misure di tutela: ad esempio, se il datore di lavoro dovesse risultare inadempiente, dovrà intervenire l’Inps facendo affidamento al fondo di garanzia debiti da lavoro, per rendere al lavoratore le somme a cui ha diritto.
Ovviamente, se il pagamento del denaro dovuto avviene in ritardo, è previsto il pagamento degli interessi di mora e una rivalutazione monetaria, differente a seconda del credito e del periodo.
La riscossione dei crediti da lavoro rimane comunque un’operazione alquanto difficile per i lavoratori. Per questo esistono differenti strategie di azione, di cui la principale e la più antica è certamente l’azione giudiziaria.
Per rcorrere al tribunale e al giudice del lavoro è necessario depositare un ricorso, e generalmente nei cinque giorni a seguire sarà fissata l’udienza.  L’udienza non potrà essere fissata dopo più di 60 giorni dal deposito del ricorso.
Il decreto legislativo n.124/2004 stabilisce procedure alternative alle controversie patrimoniali che abbiano lo scopo di abbreviare i tempi consumati nella contesa.
Dal 2004, infatti, è possibile percorrere strade più rapide dell’azione giudiziaria: la conciliazione monocratica e la diffida accertativa.
Entrambe le soluzioni sono valide non soltanto valide per lavoratori dipendenti, ma anche per inadempienze relative al credito da lavoro autonomo.
E’ possibile applicare la conciliazione monocratica anche per lavori a progetto, mentre non è applicabile nei rapporti di lavoro certificati. Attraverso la diffida accertativa, che ha natura di titolo esecutivo, è possibile accelerare il recupero dei crediti da lavoro poiché si agisce immediatamente con un atto di precetto nei confronti del datore di lavoro.
La conciliazione monocratica è osservabile in forma preventiva o contestuale. Quest'ultima interviene durante l’accesso ispettivo. In altre parole, l’ispettore raccoglie le motivazioni delle due parti per disporre l’accertamento ispettivo definitivo.
La diffida accertativa è un atto esecutivo confermato dal protocollo n. 986/2005, che, una volta emesso, rappresenta la condizione necessaria e sufficiente per il recupero dei crediti da lavoro.
Lo strumento di recupero che utilizza la diffida è l’esecuzione forzata nei confronti del datore di lavoro e debitore, per procedere alla soddisfazione dei salari e di tutte le somme non ancora corrisposte.

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